lunedì 29 settembre 2014

CHIRURGIA PERCUTANEA DEL PIEDE
Una tecnica che risolve senza perdita di giorni lavorativi

È una tecnica chirurgica rivoluzionaria che grazie alla sua scarsa invasività si sta rapidamente diffondendo nell'ambito della chirurgia del piede, sostituendo sempre di più le tecniche tradizionali a cielo aperto, anche in virtù dei risultati sbalorditivi e per la rapidità di esecuzione.

Inventata negli anni '90 da Stephen Isham, fondatore dell'Academy of AmbulatoryFoot and Anklesurgery, e denominata M.I.S. (Mini Invasive Surgery), è stata portata in Europa e sviluppata dallo spagnolo Mariano De Prado.





Gli interventi si eseguono in anestesia loco-regionale, ovvero mediante piccole dosi di anestetico locale alla caviglia ed al piede. La durata media è compresa tra i dieci e i venti minuti. Le correzioni ossee e dei tessuti molli avvengono con strumentario dedicato attraverso incisioni talmente piccole che spesso è percepita dagli stessi pazienti la sensazione di essere stati operati con un laser. Non s’impiantano mezzi di sintesi interni né esterni; è un bendaggio morbido a proteggere il piede per circa un mese. La ripresa della deambulazione è immediata, con un sandalo a suola piatta e carico completo. Il dolore post operatorio è di solito ridotto a una sensazione di fastidio ed è facilmente controllabile con i comuni analgesici.

Tale metodica permette la correzione dell'alluce valgo, di tutte le deformità dell'avampiede (dito a martello, metatarsalgie, deformità del 5º dito) e di molte altre patologie del piede (sperone calcaneare, ecc.) mediante l'uso di piccole frese, simili a quelle odontoiatriche, che attraverso un piccolo forellino della cute raggiungono l'osso consentendo resezioni scheletriche ed osteotomie di riallineamento.


Un altro vantaggio di questa tecnica è l'assenza di pneumoischemia: al contrario della chirurgia aperta non viene usato il laccio emostatico alla coscia o alla caviglia per evitare l'afflusso di sangue nel campo operatorio; non usando il laccio, evitiamo danni ai tessuti e soprattutto all'apparato linfo-venoso, il che riduce l'edema post-operatorio ed il pericolo di tromboflebiti.


L'insieme dei succitati vantaggi della tecnica percutanea la rende particolarmente gradita ai pazienti, e la connota in alcuni casi come un superamento delle tecniche tradizionali a cielo aperto, che comunque continuano ad avere una loro applicazione. Infatti siamo convinti che le tecniche percutanee non possono e non devono essere usate indifferentemente in tutte le patologie e in tutti i pazienti, ma solo quando danno vantaggi effettivi: in alcuni casi sono ancora preferibili le tecniche a cielo aperto, effettuate possibilmente mediante incisioni di dimensioni ridotte (tecniche mini-invasive ma non percutanee).

Dr. Giuseppe Restuccia



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