Dott.ssa Antonella Giordano
EPATITI: quale prevenzione possibile oggi?
La prevenzione
vaccinale si è rivelata efficace a modificare radicalmente l’epidemiologia
dell’Epatite B nel nostro paese, intervenendo efficacemente nella patogenesi
delle epatiti croniche da HBV. L’Italia ha avuto il primato dell’introduzione
della vaccinazione anti-Epatite B con la legge 165/91 che ne ha disciplinato la
somministrazione secondo una strategia che abbinava la vaccinazione dei nuovi
nati, la vaccinazione degli adolescenti a partire dai nati del 1978 e dei
soggetti a rischio. Successivamente gli enti sanitari internazionali hanno
raccomandato e promosso l’introduzione di tale vaccinazione in quasi tutti i
paesi del mondo.
Altra prevenzione
efficace è la vaccinazione contro l’Epatite A destinata a soggetti a rischio,
viaggiatori e figli d’immigrati che si recano nei paesi d’origine.
L’Epatite C rappresenta un grave problema sanitario per la
facile evoluzione in epatite cronica,che è la maggiore causa di cirrosi,
epatocarcinoma, insufficienza epatica. La realizzazione di un vaccino efficace
sarebbe l’unico strumento per eradicare
l’infezione e ridurne l’impatto
in termini di sofferenza umane ed elevati costi sanitari, particolarmente nei paesi in via di sviluppo, che non dispongono delle
risorse economiche necessarie per garantire ai pazienti affetti da tale grave
patologia, l’accesso a cure efficaci.
Dalla scoperta dell’HCV
è iniziata la ricerca per la realizzazione di un vaccino, ma ancora oggi molteplici caratteristiche del virus ostacolano la produzione di un vaccino sicuro
ed efficace:
7 genotipi virali di
cui soltanto il 30% della sequenza nucleotidica è nota
variabilità dei recettori di membrana per Ab neutralizzanti
mutabilità del
genoma per errori della RNA-polimerasi
risoluzione naturale dell’infezione
NON conferisce immunità permanente
infezione primaria si
risolve spontaneamente nel 30% dei casi, cronicizza nel restante 70%
infezione primaria ha
effetto protettivo su re-infezione:
re-infezione si risolve
spontaneamente nell’80% dei casi (studi su scimpanzè)
Studi sperimentali su
modelli animali (topi e scimpanzé) hanno individuato 2 possibili tipologie di
vaccini, già in fase di sperimentazione su volontari umani sani:
1) vaccino Chiron a sub unità, prodotto con
glicoproteine di membrana E1/E2, che stimolano la produzione di anticorpi
neutralizzanti cross-reagenti con i maggiori
genotipi di HCV. Tale sperimentazione si è arrestata allo stadio di
progettazione degli studi di fase II.
2) vaccino Okarios che
utilizza 2 Adenovirus ricombinanti(Ad6(h)e
ChAd3 (scimpanzè) come vettore di glicoproteine NS genotipo 1B. Stimola risposta
T cell CD4 + CD8 nei confronti di genotipo 1A e 3A. Sono in corso studi di fase II su
volontari sani che fanno uso di droghe per via endovenosa ed iI risultati sono
previsti per il 2015/2016
Persiste ancora la
difficoltà di : definire quale sia un
chiaro correlato di protezione (livello protettivo degli anticorpi prodotti); realizzare trials clinici che superino il rischio connesso all’arruolamento di individui
sani, ma che siano efficaci nel realizzare misure di prevenzione per malattie croniche. Gli
ulteriori trials dovranno inoltre verificare il ruolo protettivo e/o
terapeutico del vaccino in individui
affetti da HCV. Una volta disponibile
un vaccino sicuro ed efficace, considerato l’alto costo delle attuali terapie con
i moderni farmaci DAA, gli studi di costo-efficacia consentiranno
di valutarne le modalità più appropriate di utilizzo, ai
fini della prevenzione individuale e/o collettiva.
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