domenica 15 giugno 2014

Storie di Epatite C:
L'Igienista Dr.ssa Giordano
La prevenzione possibile delle epatiti oggi

Dott.ssa Antonella Giordano
EPATITI: quale prevenzione possibile oggi?
La prevenzione vaccinale si è rivelata efficace a modificare radicalmente l’epidemiologia dell’Epatite B nel nostro paese, intervenendo efficacemente nella patogenesi delle epatiti croniche da HBV. L’Italia ha avuto il primato dell’introduzione della vaccinazione anti-Epatite B con la legge 165/91 che ne ha disciplinato la somministrazione secondo una strategia che abbinava la vaccinazione dei nuovi nati, la vaccinazione degli adolescenti a partire dai nati del 1978 e dei soggetti a rischio. Successivamente gli enti sanitari internazionali hanno raccomandato e promosso l’introduzione di tale vaccinazione in quasi tutti i paesi del mondo.
Altra prevenzione efficace è la vaccinazione contro l’Epatite A destinata a soggetti a rischio, viaggiatori e figli d’immigrati che si recano nei paesi d’origine.
L’Epatite C  rappresenta un grave problema sanitario per la facile evoluzione in epatite cronica,che è la maggiore causa di cirrosi, epatocarcinoma, insufficienza epatica. La realizzazione di un vaccino efficace sarebbe l’unico strumento per eradicare  l’infezione  e ridurne l’impatto in termini di sofferenza umane ed elevati  costi sanitari, particolarmente nei paesi  in via di sviluppo, che non dispongono delle risorse economiche necessarie per garantire ai pazienti affetti da tale grave patologia, l’accesso a cure efficaci.
Dalla scoperta dell’HCV è iniziata la ricerca per la realizzazione di un vaccino, ma ancora oggi molteplici  caratteristiche del virus  ostacolano la produzione di un vaccino sicuro ed efficace:
7 genotipi virali di cui soltanto il 30% della sequenza nucleotidica è  nota
 variabilità dei recettori di membrana per  Ab neutralizzanti
mutabilità del genoma  per errori della RNA-polimerasi
 risoluzione naturale  dell’infezione  NON conferisce immunità permanente
infezione primaria si risolve spontaneamente nel 30% dei casi, cronicizza nel restante 70%
infezione primaria ha effetto protettivo  su re-infezione:
re-infezione si risolve spontaneamente nell’80% dei casi     (studi su scimpanzè)

Studi sperimentali su modelli animali (topi e scimpanzé) hanno individuato 2 possibili tipologie di vaccini, già in fase di sperimentazione su volontari umani sani:
1)  vaccino Chiron a sub unità, prodotto con glicoproteine di membrana E1/E2, che stimolano la produzione di anticorpi neutralizzanti cross-reagenti con i maggiori  genotipi di HCV. Tale sperimentazione si è arrestata allo stadio di progettazione degli studi di fase II.
2) vaccino Okarios che utilizza  2 Adenovirus ricombinanti(Ad6(h)e ChAd3 (scimpanzè) come vettore di glicoproteine NS genotipo 1B. Stimola risposta T cell CD4 + CD8 nei confronti di genotipo  1A e 3A. Sono in corso studi di fase II su volontari sani che fanno uso di droghe per via endovenosa ed iI risultati sono previsti  per il 2015/2016

Persiste ancora la difficoltà di : definire quale sia  un chiaro correlato di protezione (livello protettivo degli anticorpi prodotti);  realizzare trials clinici che  superino il  rischio connesso all’arruolamento di individui sani, ma che siano  efficaci  nel realizzare  misure di prevenzione per malattie croniche. Gli ulteriori trials dovranno inoltre verificare il ruolo protettivo e/o terapeutico del vaccino  in individui affetti  da HCV.                           Una volta disponibile un vaccino sicuro ed efficace, considerato l’alto costo delle attuali terapie con i moderni  farmaci  DAA, gli studi di costo-efficacia consentiranno di  valutarne  le modalità più appropriate di utilizzo, ai fini della prevenzione individuale e/o  collettiva.

1 commento:

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