domenica 15 giugno 2014

Storie di Epatite C:
Il Medico di Medicina Generale Dr Mellea
Epidemiologia dell'Epatite C in Vibo Valentia

Il Medico di Medicina Generale Dr Francesco Mellea Vibo Valentia

Epidemiologia dell'Epatite C in Vibo Valentia
Difficile valutare con precisione la  prevalenza dell’epatite C a livello internazionale e nazionale. Dati provenienti da fonti autorevoli come OMS e review pubblicate su Hepatology o dati presenti nelle linee guida della EASL (Società Europea per lo studio del Fegato) indicano esservi nel mondo da 130 milioni di infetti a 180 milioni con una variabilità tra i vari studi del 30%.
Le linee guida europee fissano esservi il 2,35% di pazienti affetti da epatite C nella popolazione europea ma con una ampia variabilità tra le varie nazioni e all'interno di esse. In Italia secondo uno del CEIS la popolazione infettata dal virus sarebbe del 2% con il coinvolgimento di un milione e duecentomila persone. Tale cifra è solamente stimata ed estrapolata da altri contesti e per la grande variabilità interzonale non necessariamente attendibile. In effetti esistono in italia 211.000 pazienti riconosciuti affetti di Epatite C e 11.800 in trattamento farmacologico.
Mancano dati consistenti sulla popolazione calabra e di Vibo Valentia. Dati sporadici raccolti in alcune enclave selezionate indicano esservi fino al 7,5% di infetti che non corrispondono alla percezione che i Medici di Medicina Generale hanno.
Dodici Medici di famiglia (Borello  Burello  Buggè  Cammarota Contartese D'Amico D'Urzo  Grillo Satriani  Soriano  Spanarello  Mellea
) che lavorano attivamente su territorio hanno voluto mettere assieme i dati presenti nei loro database per valutare quale possa essere la prevalenza degli HCV positivi nell'ambito vibonese.
I dodici medici assistono 14614 assistiti a fronte di una popolazione residente di 33.118 persone e quindi il 44,13% della popolazione. Un dato sicuramente forte poiché coinvolge quasi la metà della popolazione e potrebbe in mancanza di dati ufficiali della ASP 204 essere utilizzato per una eventuale programmazione di spesa e di ottimizzazione dei servizi. La prevalenza della epatite C in Vibo Valentia è del 0,65%  con solo il 15,53% di pazienti sotto i 50 anni e con nessun nuovo caso registrato nel 2013.

Si sa come sia difficile statisticamente stimare il numero di pazienti con epatite C sul territorio sia perché la malattia decorre silente in oltre 80-90% dei soggetti e molti infettati in cui non si sono presentati sintomi di allarme sconoscono la loro situazione, sia per la guarigione spontanea a cui va incontro fino il 40% degli infettati, sia per l’impossibilità di scrinare tutta la popolazione. Tuttavia il numero di pazienti che i MMG sottopongono al test per la ricerca di anticorpi anti-HCV è elevato poiché per buona norma una elevazione delle transaminasi in due prelievi ci obbliga alla ricerca, i pazienti che fanno interventi chirurgici di ogni tipo sono sempre scrinati, le gravide sono sempre sottoposte al test così come i donatori di sangue, alcune categorie a rischio come chirurghi, odontoiatri, infermieri e collaboratori dei dentisti e dei medici sono sottoposti al test, i tossicodipendenti conosciuti sono sempre valutati con il test.
Il gruppo di 12 medici MMG vibonesi hanno calcolato che con questo tipo di approccio è stata valutata il 40% della popolazione.
In alcuni lavori pubblicati a livello nazionale sono riportati dati rilevati da cluster molto selezionati che indicano esservi nel sud fino al 7,5% di pazienti infetti. E’ evidente che proprio per la modalità di trasmissione del virus più frequente in alcuni paesi del sud e nella nostra provincia dove era frequente l’uso di siringhe e aghi non a perdere, possano esserci stati fenomeni epidemici esplosivi limitati all’ambito territoriale ma non dapertutto. Il limite di 1,62% è un limite teorico massimo di prevalenza che pensiamo non sia superabile in questo territorio e che un valore che sia attesti intorno all’1% sia più veritiero e compatibile con la nostra situazione sanitaria.
La maggior parte degli infetti, rispetto alla fonte di contagio, sono distribuite in  queste categorie
      Esposizione accidentale (di addetti e non addetti alla Sanità)
      Procedure in Sanità (trasfusioni, odontoiatria, interventi chirurgici, iniezioni intramuscolari effettuate nel passato con siringhe non a perdere)
      Uso di droghe per via endovenosa
      Trattamenti estetici (barbieri, estetisti, ecc)
E' interessante che nessun nuovo caso si sia verificato nell'anno 2013 in questa popolazione di 15 mila persone.

La mancanza di nuovi infetti nel 2013 nei 15.000 pazienti analizzati può essere spiegato con la bassa incidenza a  livello nazionale di 2-4 casi nuovi per milione di persone, con l'ottimizzazione dei servizi sanitari, la rigorosa e meticolosa sterilizzazione con cui gli odontoiatri curano il loro strumentario, la scomparsa delle siringhe e degli aghi riutilizzabili, l'uso di rasoi monouso da parte dei barbieri, la minore presenza sul territorio di tatuatori e scarificatori, e la minore presenza rispetto ai grandi centri della tossicodipendenza.

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