mercoledì 1 aprile 2015

TERRITORIO, LA NUOVA FRONTIERA DELLA SANITA’ ITALIANA

La crisi degli ultimi anni ha acuito le difficoltà di sistema, sempre meno posti letto in ospedale con conseguente maggiore emigrazione fuori Regione, al contempo territorio in attesa di trasformazione ingessato tra MMG in attesa e Decisori che non si decidono ad imboccare la via del rinnovamento.
A complicare il quadro che vede da una parte una classe politica senza soldi da investire, dall’altra i medici di famiglia con spese e carichi di lavoro crescenti da sostenere.
La strada maestra è quella che porta alle AFT, alle UCCP ed alle Case della Salute, viste come principale punto di accesso per i cittadini al sistema sanitario. Ma se si vuole ri-organizzare l’assistenza sanitaria nazionale orientandola a strutture territoriali alternative ai pronto soccorso, luoghi fisici precisi con integrazione multi-professionale , in grado di dare risposte concrete senza essere sottoposti alla medicina difensiva, la risposta più adeguata sono le Medicine di Gruppo Avanzate SELF-MADE, cioè non collocate in strutture pubbliche con personale dipendente e fattori di produzione non condizionati dalle logiche del pubblico impiego. Noi medici siamo siamo disponibili a partecipare ai processi di crescita dell’assistenza territoriale, a patto che ci sia la volontà di passare da un paradigma di risparmio tout-court ad uno fondato sugli investimenti, noi investiamo su noi stessi e gli amministratori e la politica devono investire i risparmi prodotti sul territorio inteso come destinazione ultima del valore economico espresso in beni e servizi.
In quest’ottica abbiamo modelli costruiti sulla legislazione in vigore (AFT,UCCP) che numeri alla mano sono stati in grado di produrre significativi risparmi in termini di spesa, raffrontandoli con servizi equivalenti prodotti in modo tradizionale.
Per isorisorse deve intendersi rispendere le somme risparmiate per mettere in condizione di sostenere i costi dei MMG e non di ridipingere le corsie degli ospedali.
E’ giunta l’ora di mettere da parte i differenti punti di vista che dividono le diverse sigle sindacali, abolire le fantasiose iniziative che politici e amministratori sperimentano ciascuno per la sua strada, convergere gli sforzi su di un MODELLO UNICO, variamente articolato in funzione delle diversità dei territori e non dei funzionari.
 Il coordinatore UCCP Studio Michelangelo di Lamezia
 T.  Ercole Mercuri

1 commento:

  1. Ho verificato nella Uccp dove opero quanto siano corrette le affermazioni del Dr Mercuri, l'utilizzo di personale ASP nelle Uccp é fallimentare.

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