giovedì 12 dicembre 2013

Il MMG e gli stili di vita: un binomio imprescindibile
Le riflessioni di Antonio Pio D'Ingianna


Gli stili di vita salutari, ed i relativi programmi di promozione, stanno diventando sempre più  attuali, non solo per migliorare la qualità della vita e ridurre la morbilità e mortalità legata alle varie  malattie, ma anche per ridurre i costi, diretti ed indiretti, e rendere sostenibile, economicamente, nei  prossimi anni, il nostro SSN.

La letteratura scientifica è ricca di esempi in tal senso, riguardanti sia la prevenzione primaria che secondaria, spesso, purtroppo, non trasferibili e, quindi, ripetibili nelle nostre “realtà”, che si  diversificano per storia, opportunità, economia, etc.
Lavorare sulla popolazione reale è diverso che immaginare un programma di modifica degli stili  di vita in una popolazione ideale: anche il semplice cambiamento di “quartiere”, passando da uno più povero ad uno meno povero, “può ridurre l’incidenza di obesità e diabete, più che ogni raccomandazione, uso di farmaci o altre varie elucubrazioni”.

La ricerca clinica/cattedratica, anche negli USA, si sta rendendo conto che bisogna “integrarla all'interno del sistema sanitario di riferimento, in modo che la generazione di prove diventi parte integrante della cultura della pratica clinica” (1): è necessario cambiare completamente lo schema di pensiero, passare da una logica di “algoritmo”, anonimo, valido per tutto/tutti ed in ogni luogo, a quella “della persona”, con la sua storia, le sue possibilità, il suo vissuto; passare da una strategia di intervento “generico” ed omnicomprensivo sulla popolazione, ad una formulazione di progetti, magari anche ridotti e semplificati, ma che vadano bene per quella particolare popolazione.La nostra attività di intervento deve essere flessibile, modificabile, adattabile, condivisa da ogni singolo cittadino della nostra popolazione, nella libertà.

Lo studio Rischio e Prevenzione (coinvolti 860 MMG distribuiti in 57 Aziende Sanitarie Locali e inclusi 12.513 pazienti in una coorte prospettica che è stata seguita per un tempo mediano di 3,9 anni) ha dimostrato che il singolo MMG, nella quotidianità di vita ed assistenziale della “sua popolazione” di assisti, adottando due semplici strumenti per una normale “gestione informata” del rischio - una check-list degli obiettivi dei quali deve essere cosciente per garantire una qualità assistenziale responsabile, ed un questionario sulle abitudini alimentari e sull’attività fisica – è in grado di far spostare un certo numero di pazienti/cittadini, da uno score più basso ad uno più alto, riducendo sia la morbilità per malattie ed eventi CV, ma, soprattutto, il tasso di mortalità dei suoi assistiti (2). E’ chiaro che l’evidenza prodotta da questo studio si presenta come una “provocazione”: non propone schemi e metodi “nuovi” ma una “cultura” da praticare e condividere, in un progetto di autonomia personale. Gli stili di vita devono accompagnare tutta la vita, del singolo assistito: ecco, come diventa sempre più “evidente”, l’importanza del rapporto fiduciario tra cittadino/medico di famiglia. Il MMG conosce bene le criticità dell’ambiente in cui lavora, le potenzialità del singolo, della famiglia e della Comunità, e diventa, di conseguenza, il riferimento delle attività socio-
sanitarie del proprio paese, il coordinatore naturale di un team di opinions leaders che organizzino un progetto di prevenzione e sugli stili di vita costruito “ su misura” per la propria popolazione.: Un Comune- Un Progetto di Prevenzione.

Per “ottimizzare la gestione clinica bisogna investire nell’attenzione alle persone e alla loro storia. Il fallimento di modelli cui obbedire è una opportunità per diversificarsi, non un invito a ritentare le stesse strade”: bisogna sperimentare sulla concretezza dei bisogni delle popolazioni reali (3).E, quindi, se è vero che gli stili di vita sani riducono la spesa sanitaria con grande beneficio per l’intero Paese, allora anche il rapporto fiduciario e l’organizzazione di lavoro autonomo, libero-professionale del/i MMG devono essere considerati fondamentali per sostenere, anche economicamente, il SSN.

Questa “centralità” del MMG, sempre dichiarata e, spesso, mal sostenuta, è dimostrata, però, quotidianamente, dalle varie attività e dai relativi risultati raggiunti, come, per esempio, anche nel campo dell’informatizzazione (ricettazione; certificazione online; sistema TS; etc.), con grandi risparmi, in termini economici, da parte dello Stato (l’ex ministro Brunetta portava a suo vanto, il risparmio di quasi 2 miliardi di euro!), e con relativa creazione di una rete che rende più moderno l’intero sistema (oltre che controllabile: ma il MMG non si è mai sottratto anche a verifiche di ogni genere!).Cosa dire degli screening sui tumori? I programmi basati sulla popolazione e sull’invito con lettera e partecipazione del proprio medico di famiglia sono più efficaci degli screening spontanei (4) (5) (6); nessun progetto di gestione delle malattie croniche e/o delle fragilità, delle dipendenze e dei comportamenti a rischio, della sicurezza dei farmaci e della farmacovigilanza, della protezione civile delle persone fragili, e tanto altro ancora, può fare a meno del medico di famiglia, che continua ad essere la figura sanitaria più amata dagli italiani e con il minore tasso di conflitto legale con i propri assistiti.

Come concludere?

Rifondare la Medicina Generale Italiana parte comunque da 2 elementi fondamentali e indiscutibili: la libera professione e il rapporto fiduciario con il cittadino. Il nostro tempo richiede forme organizzative certamente più moderne e pronte a gestire la complessità delle malattie ma niente potrà sostituire quel singolo medico di famiglia, di quel piccolo Comune d’Italia, che, da sempre, è il baluardo del SSN e l’esempio, concreto, di come uno Stato moderno, responsabile e solidale sappia stare vicino ai propri cittadini, garantendo quel diritto alla salute sancito costituzionalmente.

Bibliografia

 1. Califf RM, Harrington RA. American industry and the U.S. Cardiovascular Clinical Research

Enterprise an appropriate analogy? J Am Coll Cardiol 2011; 58:677-80

 2. M.G Silletta, A.P. D’Ingianna et al: Stile di vita vs salute e rischi cardiovascolari: all’ascolto

dei risultati dello studio “Rischio e Prevenzione” . Informazione sui Farmaci 2011: 35, n.4

3. G. Tognoni: Appunti per vivere- ragionevolmente?- tempi irragionevoli. Editoriale Informazione

sui Farmaci 2011: 35, n.4

 4. Ferroni E, Camilloni L, et al.: Methods to increase participation Working Group.: How to

increase uptake in oncologic screening: a systematic review of studies comparing population-based

screening programs and spontaneous access. Prev Med. 2012 Dec;55(6):587-96.

5. Ceccarelli P, et al. Colorectal cancer screening and the general practitioner. Congresso

Nazionale Malattie Digestive 2004

6. Rapporto Nazionale PASSI 2012

Nessun commento:

Posta un commento