Organizzato dalla instancabile dottoressa Antonella Giordano del servizio vaccinazioni per l' ASP di Vibo Valentia e per la Regione Calabria, con il supporto
dei Medici di famiglia della FIMMG
provinciale, si è svolto un convegno per la presentazione del progetto della
Regione Calabria per la vaccinazione antipapillomavirus nelle dodicenni e nelle
ragazze che nate dal 1997 al 2000 non avevano colto l'opportunità di vaccinarsi
gratuitamente (recupero vaccinale
antipapillomavirus).
Lo scopo del progetto è appunto incrementare la quota dei
vaccinati.
Come si può vedere dai numeri e dal grafico la coorte delle
dodicenni del 1997 ha raggiunto il 53% di copertura contro una media nazionale del 59%, mentre la
coorte del 1998 ha avuto una caduta statistica rovinosa del 30% in buona compagnia con il territorio nazionale che ha raggiunto a malapena il 39%.
La Regione si
è pertanto attivata per recuperare alla vaccinazione tutte le ragazze sfuggite.
Il dott. Giuffrida,
igienista di Reggio, ha evidenziato come sia necessario raggiungere valori di
oltre il 90% di vaccinate per poter avere un vantaggio economico a fronte della
spesa di 60 euro per ogni dose vaccinale.
Il dott. Bertuzzi,
direttore marketing della Glaxo Smith Kline, ha illustrato il protocollo di
intesa siglato con la Regione Calabria che prevede di
raggiungere, attraverso un call center sanitario dedicato, tutte le
ragazze dagli 11 e i 15 anni, per informarle sulla
opportunità della vaccinazione gratuita e per concordare con le mamme
l'invio presso il centro vaccinale più vicino, che a sua volta sarà allertato.
Il call center della società Mercurio sarà costituito da laureati in discipline
attinenti alla sanità, appositamente formati
per questo progetto che sarà il primo a essere sperimentato in Italia con la
Calabria che fa da apripista. Nel corso
delle telefonate gli "esperti" forniranno tutte le informazioni
relative al cancro del collo dell'utero, informeranno sulla efficacia del
vaccino Cervarix, sulla sua tollerabilità e sugli eventuali, ma rari, effetti
collaterali.
Il dott. Falcone
della ginecologia di Vibo Valentia, presente il Primario Dott. Cervadoro, ha illustrato le patologie prodotte dal HPV e quanto
sia importante la vaccinazione che riduce drasticamente sia il CCU sia il
carcinoma in situ sia le displasie dalla più lieve CIN1 alla più avanzata CIN3.
La dottoressa Giordano
in un lungo ed esaustivo intervento ha fatto un excursus sui virus del papilloma
umano, sulle loro caratteristiche e le patologie correlate, come si infiltrano
in maniera silente sulla mucosa del collo dell'utero e come nel tempo possano
provocare alterazioni cellulari che conducono attraverso vari stadi al
cancro. La Giordano ha sottolineato come la maggior parte delle infezioni
virali da hpv in realtà guariscono e quanto siano importanti le condizioni di salute della donna affinché l'infezione venga superata. Il fumo di sigaretta, malattie
debilitanti e infezioni locali sono cofattori nello sviluppo delle alterazioni
cellulari. La vaccinazione è dunque la
strada giusta insieme al pap-test nella prevenzione. La vaccinazione ha anche
un ottimo ritorno economico se la maggior parte delle ragazzine vengono vaccinate. Il relatore auspica che anche le ragazze tra i 16 e i 25 anni effettuino la vaccinazione, che potrà essere effettuata presso il centro vaccinale con un pagamento agevolato di 65 euro per ogni dose a fronte di un costo doppio.
Il dott. Peppino
Moschella ha sottolineato come i medici di famiglia siano un
punto cruciale di snodo delle informazioni alle famiglie e come la medicina generale sia diversa da territori a territori e come nelle piccole comunità essa sia
determinante per il successo degli screening. Ha sottolineato che è stato un
errore escludere dal programma vaccinale gratuito le nate nel 1995 e 1996 cui pure all'inizio era stata offerta la gratuità a richiesta. Nella sua realtà
di Maierato molte nate negli anni citati hanno ricevuto la vaccinazione e
sarebbe stato opportuno recuperare gratuitamente anche le loro coetanee che non
ne avevano usufruito.
La dottoressa Ruffa ha
portato il punto di vista dei pediatri.
Il dott. Mellea
ha concluso con fitte e articolate statistiche evidenziando come il cancro della cervice uterina ogni anno sia responsabile di 6,2 casi ogni 100.000 abitanti e come nel Meridione esso incida per 5,7 cadi ogni 100.000. Le statistiche calabresi
vedono la presenza nel 2006 di 1504 ammalate sopravviventi al cancro del collo
dell'utero con 60 nuovi casi all'anno di
cui circa 10 nella provincia di Vibo Valentia. I morti in Calabria per questa
patologia sono circa 12 l'anno di cui un paio nella provincia di Vibo Valentia.
Mellea ha sottolineato come i numeri più bassi nel Meridione possano essere
legati a una sottodiagnosi e come la
sopravvivenza, a fronte di un Lazio in cui il 70% delle donne sopravvivono a 5
anni, nel Sud sia solo del 65%
con un gap che non ha ragioni di esistere.
Il relatore ha sottolineato come nelle mani del medico oggi vi siano tre grandi armi per attuare la prevenzione di questo temibile nemico: il pap-test, l'HPVdna test e infine il vaccino. Queste tre armi combinate fra di loro sono in grado di ridurre l'incidenza di nuovi cancri dal 60 all' 80%.
Il medico di famiglia nel suo ruolo di counselor deve rafforzare la volontà alla vaccinazione fugando i dubbi ed esponendo i vantaggi che la vaccinazione realizza. La competenza tecnica, sostenuta dalla fondamentale relazione empatica medico-paziente, attraverso metodiche di counselling preprie del medico di famiglia, migliorano la comunicazione tra la comunità e le istituzioni sanitarie per programmi di prevenzione, garantendone la sicura riuscita.
Il relatore ha sottolineato come nelle mani del medico oggi vi siano tre grandi armi per attuare la prevenzione di questo temibile nemico: il pap-test, l'HPVdna test e infine il vaccino. Queste tre armi combinate fra di loro sono in grado di ridurre l'incidenza di nuovi cancri dal 60 all' 80%.
Il medico di famiglia nel suo ruolo di counselor deve rafforzare la volontà alla vaccinazione fugando i dubbi ed esponendo i vantaggi che la vaccinazione realizza. La competenza tecnica, sostenuta dalla fondamentale relazione empatica medico-paziente, attraverso metodiche di counselling preprie del medico di famiglia, migliorano la comunicazione tra la comunità e le istituzioni sanitarie per programmi di prevenzione, garantendone la sicura riuscita.
Il dottore Mellea ha proposto come luoghi
privilegiati per ascoltare mamme e ragazze gli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri
di famiglia, con focus group che analizzano i problemi vaccinali e inducano
reazioni positive verso la salvaguardia della salute. I nuovi gruppi
associativi della medicina generale sono una emergente risorsa per superare la
"medicina di opportunità" con una "medicina di iniziativa" che solleciti
direttamente gli assistiti attivando il counselling su vaccinazioni, stili di vita, desuefazione dal fumo e la prevenzione di malattie
cardiocircolatorie e tumorali.
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